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Quei dolori (apparentemente) occasionali

  • Immagine del redattore: Daniela Raffa
    Daniela Raffa
  • 20 lug 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 17 ott 2022

“A quest’ora l’avrai capito che la vita può farti male, farti morire all’infinito di un

dolore occasionale” canta Gabbani : se tristemente note sono le potenziali

conseguenze dell’esposizione a Traumi con T maiuscola, ossia ad eventi che

minacciano la nostra integrità e quella delle persone a noi più care, meno conosciute

o per meglio dire meno prese in considerazione sono quelle derivanti da altri eventi di

minore gravità, ma comunque “soggettivamente disturbanti”. Nella società odierna,

in cui troppo spesso vige la cultura dell’apparenza, talora sembra non esserci posto

per la dimensione più intima e profonda: la sofferenza, qualora non sia correlata a

drammi quali, ad esempio, alcuni tipi di lutti o di malattie (e purtroppo a volte anche

in quei casi) viene considerata sinonimo di debolezza al punto che spesso chi la

prova, cerca in tutti i modi di occultarla, specialmente dopo aver subito commenti

superficiali o comunque di minimizzazione relativamente ad essa . Non è raro che si

cerchi di ingannare anche se stessi , fingendo che ciò che a qualche livello provoca

turbamento non esista. Parola chiave: fingendo…perchè invece un disagio esiste e se

non adeguatamente affrontato potrà provocare danni che anche se (si spera) non

sfoceranno nelle tragedie di cui, specialmente negli ultimi mesi, la cronaca è colma,

andranno comunque ad incidere, a volte anche in maniera significativa, nella vita di

chi li subisce.

Potenziare le proprie capacità introspettive rappresenta un passo molto importante nel

cammino verso l’alleviamento della sofferenza.. Purtroppo (o per fortuna, punti di

vista) non esistono “ricette universali” che fungano da antidoto al dolore, ma i nostri

anticorpi psicologici hanno origine anche dalla capacità di saper guardare a fondo

dentro noi stessi e capire quali sono le strategie più utili al fine di salvaguardare il

nostro benessere.

Gross (2007) definisce l’autoregolazione emozionale come la capacità di monitorare,

valutare e modulare le proprie reazioni emotive, siano esse positive o negative.

Parlando di essa, si fa dunque riferimento alle strategie utilizzate per regolare le


proprie emozioni. Se è vero che alcune strategie tra le quali, ad esempio, la

ruminazione mentale, specialmente se messe sistematicamente in atto, risultano

tendenzialmente disadattive, mentre altre tra cui la ristrutturazione cognitiva (che

implica modificare la valutazione di una situazione in modo da alterarne il significato

emotivo) risultano tendenzialmente adattive e che, parallelamente, alcune tecniche

possono rivelarsi efficaci nel “qui ed ora”, ma inefficaci o addirittura dannose se

utilizzate a lungo termine, mentre altre, la cui applicazione richiede maggiore

impegno, risultano funzionali anche a lungo termine, è anche vero che nella scelta

della modalità di autoregolazione emozionale non possiamo prescindere dalla

conoscenza di noi stessi, della nostra storia, del contesto che ci circonda, del

momento che stiamo vivendo.

Avvalersi dell’aiuto di un terapeuta nella scoperta e riscoperta di sè può

rappresentare un’importante risorsa. Un mio paziente nel corso di una seduta mi

raccontò di una serata tranquilla “inspiegabilmente” turbata dalla scena innocua di un

film in seguito alla visione del quale la tristezza fece da sfondo per tutto il tempo :

grazie ad un’analisi più approfondita emerse che quella scena suscitava risonanze in

quanto correlata, seppur indirettamente, ad un aspetto della sua vita intrafamiliare che

aveva comportato delle sofferenze ed incentrammo su di esso parte del lavoro

terapeutico.

Un’altra paziente riferì di essere scoppiata a piangere dopo aver osservato un certo

tipo di interazione tra due persone e questo ricordo cosituì la chiave di accesso a ciò

che in quel periodo causava in lei una sorta di dolore trattenuto perchè non

considerato socialmente degno di chiamarsi tale.

Se trattenuti, questi dolori (apparentemente) occasionali rischieranno di farci morire

all’infinito, se, invece, riconosciuti ed affrontati, potranno trovare un’adeguata

collocazione e laddove possibile anche un senso all’interno della nostra vita.


Daniela Raffa

(Psicologa- Psicoterapeuta)


Bibliografia

Goleman D. (1999), Intelligenza Emotiva. Che cos’è e perchè può renderci felici. Biblioteca Universale Rizzoli, Milano

Sitografia

https://www.stateofmind.it/regolazione-emotiva/

 
 
 

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1 opmerking


rosariaraffa
21 jul 2022

Bravissima Daniela, scrivi benissimo e molto chiara

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©2020 di Dottoressa Daniela Raffa - Psicologa-Psicoterapeuta

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